Donazione Cordone Ombelicale

Del cordone vengono utilizzate le cellule staminali contenute nel Sangue del Cordone Ombelicale (SCO), cellule in grado di riprodursi dando origine agli elementi corpuscolati del sangue periferico: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.

DONARE IL CORDONE OMBELICALE Perchè donarlo? A quale scopo?

 

Del cordone vengono utilizzate le cellule staminali contenute nel Sangue del Cordone Ombelicale (SCO), cellule in grado di riprodursi dando origine agli elementi corpuscolati del sangue periferico: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
Questi elementi vengono utilizzati per il trattamento di pazienti, pediatrici ed adulti, affetti da patologie oncoematologiche (come leucemia, mielodisplasia, anemia aplastica, emoglobinopatie, immunodeficienze congenite) per le quali il trapianto con cellule staminali emopoietiche costituisce la terapia d’elezione. Ecco perché le cellule staminali placentari sono preziosissime: trapiantandole si può ripristinare la funzione del midollo, che riprende a produrre i globuli bianchi, rossi e piastrine normali. Di qui l’idea di utilizzare il sangue del cordone ombelicale, per accendere la speranza a chi ne ha bisogno.
Come si prelevano le cellule staminali?
La raccolta avviene prelevando il sangue del cordone ombelicale a parto espletato, dopo che il cordone è stato già reciso e sono state prestate tutte le cure necessarie al neonato ed alla madre. Non comporta alcun rischio né per la madre né per il neonato.
Cosa deve fare la Mamma per Donare?
E’ possibile donare rivolgendosi al proprio ginecologo o direttamente ai Centri di Raccolta del Sangue del Cordone Ombelicale (C.Ra.S.CO). donatrice vengono richiesti i dati anagrafici, sottoposto un consenso informato ed un questionario per valutare l’idoneità alla donazione; sono di fatti escluse le pazienti con patologie genetiche (familiari) ed infettive.
Solo se la paziente risulta idonea si potrà procedere alla raccolta al momento del parto. La raccolta si effettua assicuratisi i massimi livelli assistenziali per la mamma e per il neonato
Non tutte le unità (Sangue del Cordone Ombelicale) raccolte possono essere bancate, infatti saranno conservate, per poi essere utilizzate a fini solidaristici, solo quelle che rispondono a caratteristiche qualitative e quantitative utili a tale scopo.
La MASCOD (Medici Associati per il Sangue di Cordone Ombelicale Donato)
è un’associazione Onlus di volontariato composta principalmente da specialisti in ginecologia, neonatologia e dalla classe ostetrica. L’associazione è inoltre aperta alle altre branche mediche e affini e a coloro che hanno le caratteristiche giuste per svolgere un’adeguata attività di divulgazione della raccolta di Sangue Cordonale (SCO) per uso solidaristico (Donazione). La formazione continua dei soci, fa si che le notizie fornite siano sempre le più aggiornate, segnalando al centro Ba.S.C.O. i casi dubbi in modo da reclutare sempre pazienti con più elevato grado di idoneità

La MASCOD (Medici Associati per il Sangue di Cordone Ombelicale Donato)
DONA IL TUO 5 PER MILLE
CF 95171130636

Ecco cosa sapere della donazione del cordone ombelicale

Cellule staminali del Sangue del Cordone Ombelicale

Cosa è necessario fare per donare il Cordone Ombelicale?
Per donare il sangue del cordone ombelicale è necessario essere in buone condizioni di salute, in modo tale da minimizzare il rischio di trasmettere malattie al ricevente. Come per le donazioni di sangue, esistono condizioni cliniche e com- portamenti a rischio che ne precludono l’effettuazione. Alcuni criteri riguardano l’esistenza di varie patologie a carico dei genitori e/o famigliari: vengono rilevati con criteri anamnestici mediante dettagliati questionari clinici compilati durante il colloquio d’intervista con la donatrice. Altri criteri di esclusione alla donazione vengono valutati dal personale medico e ostetrico durante la gestazione e almomento del parto.
I citeri di esclusione sono:

* gestazione inferiore a 34 settimane;
* rottura delle membrane superiore a 12 ore;
* febbre della madre superiore a 38° al momento del parto;
* malformazioni congenite del feto;
* stress fetale

Cos’è il “consenso informato alla donazione”?
Per autorizzare il personale medico a effettuare la raccolta del sangue cordonale è necessario che la coppia donatrice sottoscriva un documento nel quale dichiari la disponibilità a conservare gratuitamente il campione presso la Banca pubblica collegata al centro di prelievo e, soprattutto, ad acconsentire alle indagini di laboratorio e test genici previsti dalla legge per accertarne l’idoneità a scopo terapeutico o per l’utilizzo a scopo di ricerca.

Quali sono le indagini richieste e quando occorre farle?
Una volta espresso il proprio consenso alla donazione presso la struttura abilitata alla raccolta, saranno gli operatori stessi ad introdurre la futura mamma nel percorso, completamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale e che prevede:
* colloquio con medico o personale ostetrico opportunamente formato dalla Banca del Sangue Cordonale per la compilazione del questionario anamnestico sulle condizioni di salute generali;
* prelievo del sangue per l’esecuzione degli esami di legge obbligatori per la donazione del sangue al momento del parto;
* controllo a 6/12 mesi dal parto (su chiamata diretta da parte della struttura) dell’anamnesi della madre e del piccolo donatore con ripetizione degli esami di legge obbligatori sulla mamma per validare definitivamente il campione prelevato.

Quando e come si esegue il prelievo del Sangue del Cordone Ombelicale (SCO)?
Per una buona raccolta di SCO e per la sicurezza del neonato, il prelievo deve essere eseguito mentre la placenta è ancora in utero, ma non prima di 60 sec. dopo il parto, usando un sistema di raccolta a circuito chiuso (“Il clampaggio del cordone ombelicale”). Dopo aver chiuso il cordone con una pinza o con un morsetto (clampaggio) a 1-2 cm dal neonato e 5 cm più a valle, lo si recide trai due punti clampati, e si effettuano le prime cure di routine sul bambino. Si disinfetta il cordone per 10-12 cm a valle del secondo punto clampato e si inserisce nella vena ombelicale un agocannula collegato con la sacca di raccolta del SCO mediante un tubo di deflusso. Si posiziona la sacca il più in basso possibile rispetto all’ago cannula e si fa defluire il sangue per gravità nella sacca. Questa, contenente adeguate quantità di soluzione anticoagulante, viene tenuta in costante agitazione onde evitare la formazione di coaguli. Per favorire il deflusso del sangue, si esercita una delicata spremitura del cordone verso la sacca. Terminata la raccolta le unità di sangue cordonale vengono etichettate con codici a barre per garantirne la “tracciabilità” (nel massimo rispetto della privacy) futura in sede di “bancaggio” e inseri- mento del campione del registro donatori. Il trasporto alla Banca avviene entro 36 ore dal prelievo dentro appositi contenitori che assicurino l’integrità e la purezza (assenza di agenti infettivi endogeni).

Le unità di SCO raccolte nei Punti nascita e inviate alle Banche possono essere tutte conservate?
In media, solo il 15% – 20% delle unità raccolte nei Punti-nascita risultano idonee per la conservazione finale nella Banca e per un eventuale trapianto. All’atto del ricevimento delle unità di SCO e dei campioni di sangue della mamma, la Banca deve verificare la correttezza del trasporto, del confezionamento, della etichettatura e della integrità della sacca, nonché tutta la documentazione di accompagnamento. Le unità devono essere quindi sottoposte a una caratterizazione preliminare alla crioconservazione che comprende la determinazione del volume, il conteggio delle cellule nucleate totali, degli eritroblastie delle cellule staminali emopoietiche (CD34 positive ), nonché la valutazione della vitalità cellulare, il controllo della sterilità, la determinazione del gruppo ABO e Rh, e la tipizzazione HLA. Inoltre sui campioni di sangue della mamma, devono essere eseguiti i seguenti test: HBsAg. Anti-HCV. Anti-HIV 1e 2, Anti-HBC, Lue, HBV-DNA, HCV-RNA, HIV-RNA, ed eventualmente essere accettate per il bancaggio definitivo (ovvero utile ad essere esposto come unità nei Registi internazionali di Trapianto) le unità devono avere un volume di almeno 60 ml, un numero minimo di circa 2 mld di cellule nucleate totali, e devono essere negative ai controlli microbiologici di sterilità ed ai test infettivologici effettuati sui campioni materni. Solo alle condizioni indicate, le unità di SCO possono essere sottoposte alla procedura di criocongelamento e di stoccaggio.
Le unità criopreservate, vengono escluse qualora al controllo che si esegue 6-12 mesi dopo il parto, il neonato e/o la madre risultino portatori di infezioni o di gravi malattie pericolose per l’eventuale ricevente di un trapianto.
Il rispetto di questi requisiti garantisce un’ alta qualità delle unità che vengono conservate per i trapianti e comporta purtroppo la esclusione della maggior parte di esse.

N.B. Nessuna donazione comunque viene scartata e rimane un patrimonio del Servizio Sanitario Nazionale: il SCO è utilizzato nella preparazione di farmaci come, ad esempio, il gel piastrinico per curare ustioni; inoltre molti centri italiani utilizzano queste unità per sviluppare filoni di ricerca finalizzati a dimostrare le potenzialità del SCO per applicazioni cliniche diverse, a beneficio di altre patologie.

Del cordone vengono utilizzate le cellule staminali contenute nel Sangue del Cordone Ombelicale (SCO), cellule in grado di riprodursi dando origine agli elementi corpuscolati del sangue periferico: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.